Fauna e caccia

Per la Regione sono priorità assolute la salvaguardia del patrimonio zootecnico e la riduzione del numero di cinghiali

Danni provocati dai cinghiali e rischio peste suina africana: "Lo Stato ci dia gli strumenti e le risorse adeguate per intervenire. Si approvi subito il decreto"

I danni ai raccolti provocati dai cinghiali e l’allarme per la peste suina africana, che al momento vede lEmilia-Romagna indenne dalla malattia, sono all’attenzione della Regione che sta mettendo a punto un Piano a protezione degli allevamenti. L’assessore regionale all’Agricoltura ha anche scritto ai sindaci dell’Emilia-Romagna per aggiornarli sulla situazione e sugli interventi previsti, sottolineando come sia indispensabile e urgente l’introduzione delle nuove misure contenute nella bozza di decreto-legge del Ministero che le Regioni hanno visionato e che si auspica venga approvato al più presto.

Sono due le azioni giudicate maggiormente efficaci: il prolungamento fino a cinque mesi della attività di caccia al cinghiale, consentendo una riduzione del numero di questi animali attraverso i metodi consentiti dalla legge, fra cui anche la braccata che negli ambienti boschivi si presenta più efficace. E l’estensione dei piani di controllo anche alle aree in cui attualmente non sono previsti, ma dove i cinghiali provocano gravi danni alle produzioni agricole.

La Regione sollecita il Governo e il legislatore nazionale, si legge nella lettera ai sindaci,  perché non è sostenibile vedere attività che dalla sera alla mattina perdono un intero patrimonio produttivo, solo perché non si vuole mettere mano a una norma statale che da più parti dimostra tutta la sua inattualità e inefficacia, impedendo alle Regioni di intervenire con strumenti speciali nelle situazioni in cui si rischia di veder scomparire intere attività agricole.

Tra gli interventi più efficaci messi a punto dalla Regione c’è il Piano di controllo sulla specie, che amplia la possibilità di autodifesa da parte degli agricoltori anche con coadiutori di fiducia, oltre alle misure che la legge oggi consente, sulla base delle indicazioni dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

La Regione ha incontrato le Polizie provinciali nelle settimane scorse proprio per fare il punto insieme sull'attuazione del Piano di controllo. E' stata inoltre fornita la mappa precisa delle zone in cui occorre intervenire più velocemente perché presentano alte presenza di cinghiali e allevamenti zootecnici. Alle Polizie provinciali è infatti affidata l'attuazione stessa del Piano con la preziosa collaborazione dei coadiutori.

Nei prossimi giorni la Regione presenterà al Commissario straordinario nazionale per la peste suina africana Angelo Ferrari, il Piano regionale di interventi urgenti (Priu) con il dettaglio delle misure, le attività di monitoraggio sui piani di controllo con il conteggio degli abbattimenti zona per zona e la sorveglianza, dando priorità alle zone in cui coesiste un’alta incidenza di cinghiali e al contempo la presenza di allevamenti suinicoli.

Gli interventi della Regione

Sul versante della protezione e salvaguardia del patrimonio zootecnico, per aumentare i livelli di difesa negli allevamenti, la Regione ha emanato un bando nell’ambito del Programma di sviluppo rurale, per 6,7 milioni di euro, che sostiene gli investimenti degli agricoltori dando priorità agli interventi sulla biosicurezza degli allevamenti suinicoli.

Contestualmente si sta elaborando una misura specifica per finanziare, con un mix di risorse regionali e nazionali, interventi nelle aree più a rischio di diffusione della peste suina africana.

A fine maggio la Regione ha adottato una nuova ordinanza che contiene le misure per controllare la diffusione della malattia e proteggere i suini allevati, in particolare nei Comuni di Zerba e Ottone, in provincia di Piacenza, che fanno parte della zona di restrizione istituita dai provvedimenti governativi. Tra i punti salienti la riduzione dell’area in cui è vietata la caccia in forma collettiva nel piacentino e la decisione che i capi abbattuti nella attività di controllo restino nella disponibilità di chi li ha cacciati.

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